In love with Polpette
In love with Polpette
La mia osteopata abita in una casa fighissima. Ma forse più che fighissima!!
La prima volta che ci sono andata ho pensato “boh, chissà dove abita questa…” perché per arrivare a casa sua bisogna fare un km di sterrata in mezzo al bosco. E poi arrivi in questa radura circondata dal bosco, con questo cascinale ENORME (che non è tutto suo, NON ANCORA 🙂 ) e…pensi “oddio voglio vivere qui”. Il mio secondo pensiero è stato “beh se abitassi qui io uscirei nuda tranquillamente, e sarebbe fighissimo!!”. E invece no, ci sono i vecchietti che ogni tanto vengono a guardarsi l’orticello e la casa.
E quindi quando la cara osteopata mi ha chiesto di fare una cena da lei non ho potuto dire di no.
Ovviamente mi sono persa andando da lei, era scontato.
Anche una volta imboccata la sterrata che sapevo essere quella ho pensato di non essere sulla strada giusta. Ma poi ho sentito il cagnoletto abbaiare. Quanto mi vuole bene quel cane!
Ho aperto la portiera della macchina e mi si è buttato ai piedi 🙂
E poi ho incontrato i nuovi micetti.
E dopo aver familiarizzato con la cucina ho finito di preparare quello che dovevo.
Il menù prevedeva POLPETTE. Daje, le polpette sono una delle cose più buone del mondo. Io ho avuto un trauma, quando ero onnivora mangiavo polpette come se piovesse. Fritte, al sugo, di melanzane, di carne. Sempre gli stessi tipi, però mi piacevano da morire. E una volta poi da vegana ho provato a farle. Diosanto. Una schifezza. Ma facevano veramente schifo. E sono rimasta traumatizzata. Poi invece grazie a Camiria ho scoperto le polpette (il suo era un polpettone ma insomma, siamo lì) di lenticchie. E quindi ho ripreso fiducia.
E dunque, polpette: di miglio e patate, di barbabietola e di lenticchie. Salse: maionese, di olive al limone e timo, hummus di fave e crema di melanzane. Un gazpacho per rinfrescare e una mega crostata alla nutella.
Insomma, il menù sicuramente poteva essere studiato meglio, però insomma, ci tenevo a far assaggiare più sapori diversi anche se nello stesso formato.
Le polpette di miglio e patate le ho già postate, sono quelle che in assoluto preferisco, sono semplicissime e buonissime. Di solito queste polpette le passo in padella antiaderente con un filino d’olio, stavolta le ho fatte in forno, vengono bene lo stesso ma non rimane la crosticina marroncina.
Però visto che dovevo fare un casino di polpette ho sbattuto tutto in forno per far prima 🙂
Le polpette di lenticchie le ho già proposte.
Le polpette di barbabietola sono state una scoperta di qualche giorno prima della cena. Avevo delle barbabietole in frigorifero che dovevano essere consumate e avevo appena scoperto questo sito dove ho trovato questa ricetta.
L’ho provata subito e ci ho fatto i burger come descritto nella ricetta, ma vengono bene anche a polpettine. Ho preso le barbabietole, le ho lavate e le ho messe in una pentola con un goccino d’acqua.
Ho coperto e ho fatto cuocere a fuoco basso finché le barbabietole non sono tenere. L’acqua dovrebbe assorbirsi quasi del tutto. Se manca acqua aggiungerne un goccino così le barbabietole non bruciano. Intanto ho cotto il riso ad assorbimento. Io come semi oleosi ho usato solo semi di sesamo, li ho tostati e li ho frullati bene, ho unito le barbabietole cotte, sbucciate (si sbucciano facilmente una volta cotte) e fatte a pezzi insieme al sale, olio e zenzero. Poi ho unito il frullato al riso lesso e ho impastato unendo della farina di riso, ma giusto una spolverata, non ne ho aggiunta 150 g come diceva la ricetta. Insomma, poi uno controlla la consistenza. Ho aggiustato il sapore con sale, zenzero o quello che piace e ci sta bene. Io ho preparato l’impasto il giorno prima della cena e il colore si è un po’ sbiadito, ma fatto, cotto (sia in forno che in padella) e mangiato sul momento conserva un meraviglioso color rosa.
Mentre cuocevo le polpette avevo il cane che faceva la guardia al forno e i gatti che o mi volevano saltare addosso oppure cercavano di corrompermi per entrare in dispensa a mangiarsi il megasacco di crocchette. Bestiole simpatiche 🙂
Per le salse, la maionese l’ho già proposta, l’hummus di fave anche e la crema di olive pure. Per la crema di melanzane (baba ghannouj che grazie al mio corso di arabo all’unipop ho scoperto che non si legge come l’ho sempre letta) io non ho una ricetta, sono anni che la faccio e faccio tutto ad occhio e a gusto. Bisogna cuocere le melanzane (ben bucate con la forchetta in modo da far evaporare l’acqua) al forno, quando sono morbide si fanno raffreddare, si spellano e si frullano con aglio, olio, sale, succo di limone e tahin. Non ho la minima idea delle dosi, però insomma frullando e aggiungendo poco alla volta gli ingredienti si dovrebbe ottenere una cremina perfetta 🙂
Tutte le salse sono state accompagnate dal pane.
Anche per il gazpacho non ho una ricetta 🙂 eheheh vado troppo ad occhio e poco a peso. Comunque, ho preso dei pomodori ben maturi, li ho lavati e incisi e li ho tuffati nell’acqua bollente. Li ho ripresi quando l’acqua ha ripreso bene il bollore. Li ho fatti raffreddare (perché ok che mi piace schiacciare le patate bollenti con le mani ma i pomodori sono micidiali), li ho spellati, ho eliminato i semi e li ho buttati in frullatore. Intanto ho pelato e tagliato il cetriolo, ho tagliato il peperone rosso, l’aglio e la cipolla rossa e ho unito tutto ai pomodori. Ho frullato. Poi ho regolato di sale e olio. Piccola postilla: nel gazpacho della cena ho messo il pane ammollato in acqua e aceto direttamente nel frullatore. Invece credo che farò diversamente le prossime volte. Farò proprio un frullato ben liquido di verdura aromatizzato con l’aceto. E poi servirò con crostini di pane. Sarà più carino da mangiare. Comunque, una volta fatto il frullato va messo in freezer. Deve raffreddarsi ma non ghiacciarsi. Io ci ho aggiunto anche un po’ d’acqua per contrastare l’effetto pappone del pane.
Per la crostata ci sarà un altro post 😉
Non ho le foto di tutto, al solito le chiacchiere e il buio non sono amici della fotografia. Però questa è stata la nostra tavola
E insomma, è stata una bellissima serata e poi se prima della cena vedi un capriolo che passa a salutarti nella radura non può che andar tutto bene 🙂
E grazie ancora all’osteopata e consorte per aver messo a disposizione la magione 🙂
Dott.sa Cristina Mondello - Biologa Nutrizionista