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Karkadè

Karkadé

Il karkadè è un infuso a base di fiori di ibisco, Hibiscus sabdariffa, dal colore rosso intenso e dal sapore fortemente acidulo. La pianta è un arbusto originario delle Indie occidentali ma diffuso anche in Africa, sud-est asiatico e centro America. Ad oggi vengono sfruttati prevalentemente i fiori, cioè la componente più ricca di sostanze bioattive.

I fiori freschi o secchi sono utilizzati nella preparazione di infusi caldi o freddi, bevande fermentate, dolci in gelatina, gelato, marmellata, cioccolatini, aromi, budini e torte soprattutto come colorante e aroma alimentare. Tradizionalmente, in alcuni paesi dell’Africa centrale e del sud-est ssiatico vengono consumate anche le foglie, fresche e secche, e i semi, tostati e macinati oppure l’olio che ne deriva. Inoltre sono noti anche usi medicinali di questa pianta, cui sono attribuite attività diuretiche, coleretiche, febbrifughe e effetti ipotensivi, diminuendo la viscosità del sangue e stimolando la peristalsi intestinale.

Gli studi effettuati sui diversi componenti della pianta hanno dimostrato che la composizione nutrizionale è variabile probabilmente a causa di differenze di varietà, condizioni genetiche, ambientali, ecologiche e di raccolta della pianta. In ogni caso i fiori freschi contengono piccole quantità di proteine ​, minimi grassi (0,1 g/100 g), carboidrati semplici come glucosio e fruttosio e soprattutto fibra alimentare insolubile e solubile, oltre a diverse vitamine e sali minerali come la vitamina C, niacina, β-carotene, riboflavina, potassio, magnesio, calcio e ferro.
I metaboliti secondari sono rappresentati invece da acidi organici (che contribuiscono al sapore acido), antociani (che donano la tipica colorazione rossastra), polisaccaridi (tra cui mucillagini e pectine) e flavonoidi. Gli estratti di ibisco contengono un’alta percentuale di acidi organici, tra cui acido ibiscico al 13-24%, acido citrico al 12-20%, acido malico al 2-9%, acido tartarico all’8%, acido ascorbico al 0,02-0,05% e composti minori come acido idrossicitrico e acido ossalico.

Fra le attività biologiche ascrivibili agli estratti acquosi e alcolici dei fiori di ibisco si trovano quella antispasmodica, antibatterica, antimicotica e antiparassitaria, antipiretica e antinfiammatoria, antiossidante (che si traduce anche in un effetto epatoprotettivo), diuretica, anticolesterolemica, ipolipemizzante, antidiabetica, antipertensiva.
Significa che l’assunzione esclusiva di questi estratti funge da trattamento farmacologico e curativo delle patologie relative? Assolutamente no. Significa, come sempre, che alcuni integratori alimentari e alimenti funzionali possono essere utili come coadiuvanti di altri tipi di terapie, come quelle dietetica e/o farmacologica. In ogni caso l’assunzione di infusi a base di fiori di ibisco può contribuire al mantenimento del benessere e rappresenta una valida alternativa, se non dolcificati, ad acqua e ad altre bevande nervine come tè e caffè sempre non dolcificati.

Io compro i fiori essiccati nelle erboristerie (mi raccomando: devono essere sempre di buona qualità, così come tutte le erbe officinali che si acquistano), ne metto 15-20 grammi in un litro d’acqua fredda e porto a bollore. Successivamente spengo il fuoco e lascio in infusione per circa 10 minuti con il pentolino coperto. Una volta filtrato e raffreddato, mi piace insaporite l’infuso con frutta ed erbe aromatiche di stagione, come ad esempio pesche, mirtilli e menta fresca. Ottimo in sostituzione del vino rosso nella sangria e nel vin brulé.

Fonti:
– Da-Costa-Rocha, Inês; Bonnlaender, Bernd; Sievers, Hartwig; Pischel, Ivo; Heinrich, Michael (2014). Hibiscus sabdariffa L. – A phytochemical and pharmacological review. Food Chemistry, 165(), 424–443.
– Riaz, Ghazala; Chopra, Rajni (2018). A review on phytochemistry and therapeutic uses of Hibiscus sabdariffa L.. Biomedicine & Pharmacotherapy, 102(), 575–586.

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