Lasagne di Nonna Lina

Lasagne di Nonna Lina
Nonna Lina è troppo forte.
Dice un sacco di cose fuori luogo, ma insomma, a me fa ridere. Anche e soprattutto perché parla abruzzese.
Ora lei ha capito che io sono vegana. E so che ha spiegato ad una sua amica chi sono i vegani e cosa mangiano. E questa un po’ sconvolta le ha chiesto “ma sta ragazza mangia?” e Nonna Lina le ha detto che mangio sicuramente perché sembro “na quaiarell”, cioè una quaglietta, perché sono paffutella.
Però cucina che è una meraviglia. O almeno così mi dicono, io non ho ancora mangiato nulla preparato da lei. La prossima volta la devo convincere a cucinarmi qualcosa 🙂
A capodanno aveva preparato per pranzo una lasagna. Da lacrime agli occhi per quant’era bella. Ci ha pure chiesto se volevamo portarcene a casa un pezzo. Però tra pasta all’uovo, mozzarella e ragù di carne abbiamo detto di no 🙂
Ma una lasagna così non l’avevo mai vista. Bella proprio esteticamente e poi con miliardi di strati!Ma tantissimi!!!Perché il segreto di Nonna Lina è che tira sottile la pasta.
E così ho provato pure io, e con l’occasione ho tirato fuori una teglia in terracotta che avevo regalato alla mamma anni fa e che lei non ha mai usato.
Una teglia all’apparenza di dimensioni normali, ma capace di aumentarle in vista del suo riempimento. E diventa ENORME (le misurazioni non sono un’opinione, misura internamente 32×25 cm ma giuro che le sue apparenze ingannano).
Ho impastato 300g di semola di grano duro, 100g di farina integrale di grano tenero e 100g di farina di grano tenero 00 con un pizzico di sale e 250g d’acqua tiepida.
Fino a poco tempo fa io ero settata su “impasto del pane”. Che è decisamente più morbido di quello della pasta. E non capivo perché ad esempio le orecchiette venissero strane. Mi sono risettata su “sfoglia” e ho dovuto faticare un bel po’ per creare un impasto decente. L’acqua, almeno a me, sembrava pochissima! Mi è avanzata un mucchio di farina che poco alla volta ho incorporato al panetto di pasta già formato. Ma ho dovuto lavorare un bel po’ di braccia. In alternativa un’impastatrice va bene, ma l’attività impastatoria oltre a far bene alle braccia fa anche bene alla mente, quindi io la consiglio 🙂 Ho lasciato riposare la pallotta coperta da una ciotola in modo da non farla seccare.
Intanto ho messo a lessare per 5 minuti dal bollore 200g di lenticchie (miste tra quelle piccole e quelle rosse non decorticate ma vanno bene tutti i tipi di lenticchia) e alloro in acqua fredda non salata. Intanto ho tritato una cipolla e mezza e un pezzetto di carota e ho messo tutto a stufare in una pentola ben capiente con un filino d’olio e acqua. Una volta che la cipolla è diventata traslucida ho aggiunto le lenticchie scolate con l’alloro. Ho fatto rosolare il tutto e ci ho versato la passata di pomodoro (due barattoli più o meno da 300g) e acqua del risciacquo dei vasetti di passata. Ho salato e ho cotto fino ad avere un sughino corposo ma ancora un po’ liquidino. Ho assaggiato e ho insaporito con peperoncino in polvere, timo e origano (tutti home made).
Ho preparato poi la besciamella, circa un litro e mezzo di liquidi. Ognuno la può fare come gli pare. Scegliete voi il metodo. Io ne consiglio tre: quella di Yari (più simile a quella con derivati animali), quella di Ravanella (metà latte vegetale e metà acqua che viene buonissima. Io a volte azzardo anche un 2/3 acqua però insomma, va a gusto e alla scorta di latte che avete in frigorifero) e quella di Mavi (fatta col brodo. Non è una vera e propria besciamella, ma insomma, a volte l’ho usata e mi ci sono trovata bene).
Dopo di che arriva la parte allucinante: tirare la sfoglia. Io ovviamente ho usato la macchinetta. Ho tagliato l’impasto in pezzi e uno alla volta (intanto gli altri vanno lasciati coperti altrimenti s’asciugano) li ho schiacciati, infarinati (già perché dopo mezzoretta di riposo la pasta si è “rilassata” ed è diventata quasi appiccicosa) e passati nella macchinetta.
Io faccio così: passo la pasta una volta nella macchinetta a larghezza massima,
la piego in tre nel senso della lunghezza,
la ripasso nella macchinetta con lo stesso spessore, la ripiego in tre e la ripasso. Queste passate e questi piegamenti permettono di avere di nuovo una pasta elastica. Diminuisco lo spessore (a metà tra il più spesso e il meno spesso) e passo la sfoglia. Taglio a metà la striscia, altrimenti si ottiene una sfoglia troppo lunga. Diminuisco ulteriormente lo spessore (io ho scelto l’ultimo buco, quindi quello che dà una sfoglia sottilissima) e ci passo la sfoglia che metto ad asciugare su una tovaglia cosparsa di farina.
Una volta passata tutta la pasta (io pensavo di trovarmi con milioni e milioni di sfoglie, avevo preparato tovaglie cosparse di farina per ogni ripiano disponibile, già pensavo alla mia lasagna con 1o strati, 15 strati, MILLE strati!ne sono venuti fuori 8. OTTO.) l’ho lasciata asciugare un pochino, poi mi sono messa a comporre la lasagna.
Intanto ho acceso il forno e ho messo dentro la teglia a scaldare per 15 minuti (così dicono le istruzioni della mia teglia, se si l’acciaio questo passaggio si salta).
Ho sparso un po’ di sugo sul fondo della teglia, poi ho messo le sfoglie tagliate circa un centimetro più corte delle dimensioni della teglia, sugo,
besciamella
e spolverata di pangrattato misto a lievito alimentare, in proporzione 1:1.
Poi altra pasta posizionata nell’altro verso rispetto a prima, altro sugo, altra besciamella e via così con gli strati. Alla fine generosa spolverata di pangrattato e lievito e un giro d’olio e poi in forno a 200°C fino a doratura.
Io non l’ho coperta sia perché la pasta è fresca sia perché il sugo era un po’ acquoso, quindi volevo che si asciugasse bene. Io avendo la teglia in terracotta ho spento il forno nel momento in cui la pasta era appena doratina, la cottura è proseguita ancora per un po’. Fantastica la terracotta.
Ho lasciato raffreddare una decina di minuti (perché si sa che non si può né tagliare né mangiare una lasagna bollente) e ho impiattato.
Secondo mia madre io mangio scondito e sciapo (potrebbe essere in parte vero) ma a me piace l’olio A CRUDO quindi preferisco decisamente versarne un filo su una porzione di lasagna che non soffriggere la cipolla o fare il roux per la besciamella. Poi ognuno fa come gli pare.
Consigli:
– la lasagna non viene perfetta al primo tentativo, ci vogliono molti tentativi. Del resto la nonna fa la lasagna buona perché la fa da 70 anni!
– a me è piaciuto il risultato ottenuto, però il centro è rimasto molto morbido e non ho capito se perché scotto o perché poco cotto. Quindi consiglio lasagne con tanti strati in teglie piccole e lasagne con pochi strati in teglie grandi, così si cuociono meglio.
– io ho scelto di tirare la pasta molto sottile, così da sentirla meno e mettere così meno condimento tra uno strato e l’altro ma parecchio in generale, visto il numero di strati
– nel ragù ci si può mettere qualunque cosa: funghi, olive, capperi, melanzane (quando saranno di stagione), pomodori secchi e via dicendo io ho scelto le lenticchie per avere un pasto completo, da abbinare poi ad un’insalata mista
– la sfoglia va lasciata asciugare per avere una cottura migliore
Io amo le lasagne e mi piace prepararle con diversi condimenti. Ho voluto però preparare quelle classiche, anche perché il sugo alle lenticchie mi fa impazzire.
Me le sono preparate in vista della mia imminentisssssssssssima partenza (parto domani) per la Francia. Starò via 10 giorni, sperduta nelle campagne francesi senza internet e spero anche senza telefono 🙂
Sono un po’ preoccupata per la mia alimentazione, non so cosa mangerò e quindi sto facendo scorte 🙂
Dott.sa Cristina Mondello - Biologa Nutrizionista