Laureiamoci con la pancia piena di CioccoTocchi

Laureiamoci con la pancia piena di CioccoTocchi
ahhhhhhhhhhh il periodo delle lauree.
Di solito non m’interessa, cerco di rinchiudermi in casa e non vedere/sentire nessuno per paura che mi dica “oh ma sai che mi laureo?!” e io non potendo dire “ah maddai, anche io” preferisco sparire.
Stavolta però la Facoltà di Agraria si è tinta di rosso vino rosso e così il mio fegato.
Si è laureato Max, il fratello di Elisa, e si è laureata Elisa (che non è la sorella di Max)!
Elisa (mi ha regalato il cd dei Terminal Traghetti, è BELLISSIMO!!!!) ci teneva a preparare un rinfreschino per la triennale di suo fratello, così armate di pasta madre e farine abbiamo impastato un’enorme quantità di pizze e focacce.
Ho rinfrescato la pasta madre a casa mia, mi sono fatta i fatti miei e poi mi sono portata la mia amica acidella (siamo un fantastico duo insieme, abbiamo lo stesso pH) in giro per Torino sulla metro. Si è divertita tanto.
Sono arrivata da Elisa e Pierpaolo e abbiamo cominciato a impastare.
Abbiamo rischiato il trauma cranico durante la lavorazione, ci stavamo proprio impegnando e ci stavamo mettendo tanta forza nell’impasto e le teste mie e di Elisa hanno rischiato diverse volte di scontrarsi in malo modo. Non è successo niente di grave.
Visto che non avevamo tempo abbiamo lasciato l’impasto in frigo fino al giorno dopo.
Abbiamo polverizzato il rosmarino, preparato il sughino con passata di pomodoro, pelati a pezzi, olio, sale e aglio, abbiamo stufato le cipolle.
Abbiamo oliato abbondantemente tutte le teglie e abbiamo steso due focacce al rosmarino, tre alle cipolle, due pizze con sugo e olive e tre teglie di pizzette.
Tra una lievitazione e l’altra e tra abbiamo deciso di concederci una pausa a base di pane puciato in olio e aglio tritato e succo di frutta fatto in casa. Una merenda meravigliosa. Ah e ci siamo mangiate almeno un paio d’etti di olive.
Abbiamo condito le pizze e ci siamo rese conto che abbiamo stili artistici differenti, per questo sono stata soprannominata “nerd della pizza”.
Abbiamo infornato un po’ alla volta pizze, pizzette e focacce. In tutto dalla stesura ci abbiamo messo 4-5 ore comprensive di merenda, cena, cazzeggio e momento foto.
Alla fine per sollevare il pacco del cibo ci voleva una forza sovrumana. Ci hanno chiesto tutti “ma…non è troppa roba?”. Io già vivevo nell’incubo di dover mangiare pizza per il resto della mia vita.
Beh…no. E’ avanzato un pezzetto di focaccia al rosmarino mezzo smangiucchiato e un rettangolino di pizza. Stop. Il resto è stato DIVORATO.
In tutto:
rinfresco= 625g di acqua+625g di farina integrale di grano tenero+pasta madre
impasto= 4kg di semola di grano duro+1kg di farina integrale di grano tenero+2,5 litri d’acqua tiepida+olio e sale qb+rinfresco
Qui e qui consigli sulla panificazione.
Per la laurea di Elisa invece ho preparato i dolci.
Dopo la discussione (tra l’altro la tesi sugli orti scolastici è stata fantastica, anche alla faccia di un membro della commissione apparentemente poco incline all’autoproduzione) è comparso magicamente un profilo del suolo in coppa. I presenti l’hanno campionato tramite carotaggio. L’esito è stato positivo.
La ricetta l’avevo già sperimentata, ad Elisa erano arrivate le foto e a me poi sono arrivate i suoi rimproveri sullo strato più basso, perché la roccia madre va rappresentata con qualcosa di granelloso, non terriggiante. E quindi gli strati sono stati: mandorle tritate grossolanamente, meline di campo e kiwi a cubetti, crema pasticcera e pan di spagna al cacao. Tutto messo un po’ a muzzo in modo da non creare profili netti.
Per la festa di sabato invece ho preparato i CioccoTocchi (ringrazio Silvia per il nome meraviglioso).
Pare che i tocchi vadano di moda quando uno si laurea e quindi ci ho provato anche io. Ho preparato il pan di spagna al cacao e una volta freddo ho tagliato dei cilindrotti con il tagliabiscotti più piccolo che avevo. Primo dramma: l’impasto troppo morbido. Cribbio per una volta che voglio un dolce gnecco mi viene una torta morbidissima che si scioglie in bocca. Oltretutto non avevo abbastanza latte vegetale e ci avevo messo dell’acqua a compensare la carenza, ed è venuto superbene. I rimasugli della torta sono stati impastati con della marmellata di albicocche. Data la consistenza del pan di spagna, l’impasto è venuto benissimo, sembrava pasta frolla. Ho steso una sfoglia alta circa mezzo centimetro e ho tagliato i quadrotti.
Ho sciolto del cioccolato fondente a bagnomaria e ci ho appiccicato il quadretto al suo cilindrotto. Poi con il cioccolato fuso avanzato ho provato a fare la nappina (quel coso che ciondola dal cappello). Secondo dramma: ho provato a fare la glassa, quella zucchero a velo e acqua ma…bò…sono rimasta un po’ perplessa, non so se ho sbagliato io, ma la glassa si allarga in maniera sconvolgente. Nonostante fosse decisamente consistente. Quindi daje di cioccolato.
Il sapore era quasi quello di una sacher, ma la forma era cariiiiiina. E nonostante il viaggio in autobus, la mia euforia che poi si è trasformata in occhietti piccoli piccoli e molestie, sono arrivati sani e salvi.
Cuoricini ai laureati e (forse) beati voi.
Dott.sa Cristina Mondello - Biologa Nutrizionista