LaVanda

LaVanda
Ahhhhhhhhhh la maternità.
Che cosa strana. Ogni tanto faccio a pugni con questo mio sentimento, ma ogni tanto esce fuori qualcosa di estremamente tenero, come una pasta madre.
Non si crea nulla, non si distrugge nulla ma tutto si trasforma (Legge di conservazione della massa di Antoine Lavoisier). Non ho creato niente. Ho solo disposto le condizioni per cui si sarebbe potuto verificare un tale evento, cioè l’inoculazione batterica in un impasto di acqua e farina.
E ciò è successo!!
Era da tanto che volevo una ‘figlia’ mia, era da tanto che pensavo alla segale come substrato/nutrimento, era da tanto che volevo provarci.
E così è nata LaVanda.
Oltre al nome oltremodo carino (cioè, sua ‘sorella’ si chiama Vandana. Voglio dire, questo gioco di parole così divertente?eh?e in più la lavanda è una pianta che io adoro particolarmente, per motivi fitoterapici, cosmetici e cromoterapici. Ha proprio un effetto rilassante, esattamente come la panificazione 🙂 ) è anche bella e profumosa.
Ho seguito questo metodo.
Devo ammettere che i primi due giorni ero sempre là attaccata col naso al vasetto di vetro per scoprire nuove bolle, che ovviamente si sono formate in tempi lenti.
Poi però la mia pigrizia ha preso il sopravvento (come al solito) e ho cominciato a lasciar passare tempo…e tempo…e tempo…
Vabbè alla fine LaVanda è sopravvissuta!Sana e salva.
Ha prodotto il suo primo pane dopo 10 giorni. Ho aspettato così tanto perché me la sono appunto dimenticata. E quindi ho dovuto…ehm…recuperare il tempo perduto…però secondo me è pronta anche prima.
Insomma, quando duplica in 4 ore è pronta. Questo è un segno. L’altro è l’odore: all’inizio l’odore di LaVanda era terribile. Inannusabile. Poi si è trasformato in odore di frantoio. E poi coi giorni ha preso odore di lievito (Vandana ha un odore fruttato).
Detto ciò, ho preso 40g di farina di segale e 40g d’acqua, ho mescolato in un vasetto di vetro e ho segnato il livello dell’impasto.
Io ho usato una farina di segale integrale e quindi pare ci sia più roba ma è crusca che fa volume e non pesa tanto. La pasta madre sembrerà quindi solidina.
Importante: NON tappare con coperchio altrimenti ammuffisce, meglio con tovagliolo ed elastico.
Dopo 24ore ho controllato (già le prime bolle!!!ed è cresciuta!!!),
ho aggiunto 20g di farina di segale e 20g d’acqua.
Dopo 12 ore era già così
Ho continuato ad aggiungere 20g di farina e 20g d’acqua per altri 6 giorni, il nono giorno ho rinfrescato con acqua e farina pari al peso della pasta madre e ho panificato.
Il risultato sempre meraviglioso è questo
Mi sa che Vandana per un po’ sarà destinata a produrre solo pizze 🙂
Non ho voluto aggiungere null’altro di appetibile per i batteri, la farina di segale integrale pare sia già un buon pasto e poi non volevo aggiungere zuccheri sintetici o zuccheri derivanti da sfruttamento o latticini.
Daria mi ha detto che è più facile avviare una pasta madre in un ambiente che è già colonizzato da altra pasta madre, quindi non so se a me è venuto questo risultato per fortuna o per Vandana o per altri fattori non determinabili, ma insomma, si prova 🙂
Dott.sa Cristina Mondello - Biologa Nutrizionista