Pasta Passiva

Pasta Passiva
Qualche giorno fa (può anche essere stato un mese fa, non ho ben chiara la concezione temporale) mi è capitato di leggere su facebook un articoletto sulla cottura passiva della pasta. Ho provato a rintracciare la fonte, ma non mi ricordo nemmeno quanto tempo fa è stato.
Comunque, non ho salvato il post, l’articolo, il link o quello che era, perché pensavo che fosse un po’ una cavolata. Dai, la pasta?! che poi diventa molla molla.
A parte che a me la pasta non mi è mai piaciuta tanto…ricordo che in un mio soggiorno all’estero la cuoca, tedesca, ha cucinato la pasta due volte in due settimane. Io la pasta la mangiavo una volta al mese. E ha fatto entrambe le volte le tagliatelle. Vabbè, la pasta chiaramente non era pasta, sembrava un timballo. E tutti “ah Cristina hanno fatto la pasta! la pasta è italiana!”. Sì. Fortunatamente avevo l’appoggio morale di una svedese che odiava le patate, che mangiano in qualsiasi modo in Svezia. No perché quando ho detto che a me la pasta faceva schifo nessuno ha capito.
E invece la mia amica pasta è stata rivalutata ampiamente. Ora la mangerei SEMPRE. Il fatto è che la mangerei sempre scotta. A me piace la pasta scotta. Non scottissima che diventa colla, qualche secondo prima. In quel momento tra la cottura al dente e la scottura. Quando è cotta. Così ho voluto provare sta cottura passiva.
Beh…è andata decisamente bene. Ho fatto i risoni, quel formato di pasta tipo riso (si chiama risone). E’ un formato piccolo.
Ho portato ad ebollizione abbondante acqua. Ho buttato la pasta, ho salato e ho lasciato cuocere 2 minuti. Dopo di che, spento il fuoco, coperto la pentola e lasciato cuocere per il rimanente tempo di cottura, che nel caso del risone 11 minuti in totale. Tempo per levare il cubetto di pesto (autoprodotto da basilico autoprodotto) dal freezer, metterlo nel piatto, tagliuzzare i pomodorini secchi sottolio (non autoprodotti perché a Torino seccare i vegetali è un’impresa titanica, oltre che poco salubre, ma li ho comprati secchi e messi sottolio).
Una volta passati i minuti di cottura si scola e si condisce. Per me è stata la svolta. Ho cotto anche gli spaghetti, le penne e i fusilli. Gli spaghetti sono venuti benissimo, ho cucinato quelli sottili. Le penne le ho cotte troppo poco e sono venute dure. I fusilli sono venuti mollicci. Quindi credo che questo metodo di cottura non si adatti ad un formato di pasta troppo spesso. Ma comunque è da provare. Poi non so se piace solo a me che mangio pasta scotta.
Dott.sa Cristina Mondello - Biologa Nutrizionista