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Torta Etiopia

Torta Etiopia

Torta Etiopia

Non mi sento proprio a mio agio in mezzo agli altri.
Cioè più passa il tempo meno riesco a comunicare e a integrarmi. Che invece la gente mi dice che ho la faccia come il culo e che riesco a fare public relations con chiunque.
Eppure io mi sento a disagio.

Già parlare è un’attività complicata. Sono stata abituata a fare. Mai analisi. Mai confronto. Sia in famiglia che nelle precedenti esperienze sociali. Quindi per me è molto difficile espormi ed è molto difficile relazionarmi.

Ho questo blog e mi piace scrivere, mi piace dedicarci tempo, mi piace pensare alle ricette, realizzarle e fare le foto. E’ una cosa che io faccio per me. Ed è un relazionarsi col mondo in modo molto tranquillo. Attraverso uno schermo siamo bravi tutti 🙂

Mi spiace, ma io non ce la posso fare. Se non sono “tra i miei simili” non ce la faccio. O divento aggressiva o ti ignoro. E non so quale delle due sia meglio.
Mi sono rovinata, l’asocialità mi ha reso sua schiava e ora liberarsi è dura. Però dipende anche dal concetto di libertà, quindi per adesso per me va bene così, non mi sento libera ma sulla strada per diventarlo 🙂

Detto ciò ho partecipato alla gara di torte vegan a Torino (giusto perché ho appena scritto che in mezzo alle persone sono a disagio).

La gara è andata bene?Direi di sì anche se non sono soddisfatta.
Io sui dolci sto affrontando un percorso, un po’ complicato, che vorrei mi portasse all’eliminazione totale dello zucchero. Però…già è complicato fare una torta vegana (conosco molta gente che quando gli levi le uova fanno come le tartarughe che si ribaltano sul guscio o come i bulldog francesi. Io sono una di loro 🙂 ), figuriamoci senza zucchero. Però vabbè, ci sono altri dolcificanti. Che costano troppo per le mie tasche. Così vorrei optare per la frutta da usare come parte consistente e come dolcificante. Però poi vorrei pure dei dolci gluten free, perché già mangio il pane e la pasta e quindi non voglio consumare troppo frumento. E ovviamente no ai latti vegetali, che costano tanto in termini economici e ambientali. Insomma, voglio troppe cose.

Detto questo, la mia torta per la gara è stata una torta da una tantum. E aggiungerei anche che il fatto di avere un sapore nuovo e diverso per me è un valore aggiunto. Quello che voglio è distaccarmi dal concetto di dolce occidentale (tipo in Oriente il dolce è una roba diversa. Che al momento mi provoca spasmi gastrici, però mi piacerebbe considerare anche quelli come dolci), però non è così facile. Sto studiando 🙂 spero presto di condividere i miei esperimenti (su cavie umane, sulle quali io sono decisamente favorevole a testare).

Veniamo alla ricetta: ho fatto una torta agli spinaci. Pensare a ste torte è stato peggio di un parto: pensare, ripensare, ragionare, sapori, accostamenti, consistenze. Alla fine ho optato per la mia idea iniziale (le altre penserò a proporle nel corso dei mesi).
Che bello è il verde?E’ un colore rilassante, bello, vivace, che ricorda subito la natura. Però è abbinato agli ortaggi. Alle foglie. Alla fine gli spinaci sono dolci, quindi perché non provare?! Elena (quella che sta con le scimmie) mi aveva sconsigliato di farla, perché poteva non piacere, poteva risultare troppo strana (chi mi conosce probabilmente pensa che io sia strana -me lo dice pure-, però oh ognuno è fatto a modo suo, io mi vergogno ad omologarmi al resto del mondo, non sto in pace con me stessa, quindi a posto così), l’altra Elena invece (la mia nuova amica dottoressa) mi ha suggerito di osare, di non fare sempre le solite torte che alla fine risultano noiose (il concorso l’ha vinto una sacher ahahahahah). Beh sicuramente in mezzo al mare di torte color cioccolato la mia torta verde spiccava 🙂

L’ho chiamata torta Etiopia. Il mio primo concerto è stato il concerto dei Wailers, ascolto Bob Marley da un sacco di tempo, adoro le sue canzoni e tutto il resto, in più la torta era proprio verde, gialla (di un sbiaditisssssssssimo giallo) e rossa, come la bandiera dell’Etiopia.
Quindi sulla base di I shot the sheriff ho preparato una base per torte

250g di latte di soia
70g di spinaci lavati
1c di aceto
150g di farina di riso
50g di fioretto
60-70g di zucchero di canna
50g di olio
1c di bicarbonato
1c di cremortartaro

Considerando la mappanza che creano le farine gluten free ho deciso di agire sulla lievitazione su tre fronti: caglio del latte di soia con aceto, aceto e bicarbonato, cremortartaro.
Ho messo l’aceto nel latte, intanto ho mescolato gli ingredienti solidi. Ho unito gli spinaci lavati e puliti al latte e ho frullato con il frullatore a immersione fino ad ottenere un frullato omogeneo.
Ho mescolato bene tutti gli ingredienti, unendo per ultimo un altro cucchiaino di aceto. Se l’impasto dovesse risultare troppo liquido unire uno-due cucchiaini di fecola di patate o altro amido gluten free. Ho versato l’impasto in una tortiera oliata e infarinata (con fecola di patate o amido di mais -LA MAIZENA è UNILEVER- o amido di riso)

Torta Etiopia Blog Cucina 001

e ho infornato in forno caldo a 180°C fino a cottura garantita dalla prova stecchino.
Allora, la torta una volta cotta sembrava il mio orto, ovvero una landa argillosa desolata dove non piove da mesi tant’è che il terreno è spaccato.

Ho scalottato la torta una volta fredda, così da avere la mia base bella spugnosa (diciamo compatta) e liscia.

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La calotta l’ho tagliata a quadrotti.

Le torte gluten free sono DANNATAMENTE complicate. Però come tentativo non mi è dispiaciuto.
Si può fare secondo me con un latte vegetale qualunque (il latte di soia cagliato non fa tutta sta differenza secondo me, magari si può aggiungere un cucchiaino di lievito).
Al posto dello zucchero si potrebbe usare un malto, però bisogna poi aggiungere sicuramente del farinaceo. Ho fatto la prova dei cupcakes (ci ho messo anche meno spinaci e sono venuti decisamente più belli).

Torta Etiopia Blog Cucina 003

Intanto ho preparato la crema che ho preso da qui modificandola leggermente
4C di fecola o amido di mais o riso
1/2 tazza d’acqua
1 tazza di latte di soia
4C di zucchero
6C di succo di limone
3C di olio di semi

Ho sciolto in un pentolino la fecola con l’acqua. Ho unito il latte e ho cominciato a scaldare sul fuoco mescolando con una frusta. Unire dopo un paio di minuti il resto degli ingredienti continuando a mescolare fino a quando la crema si raddensa. Spegnere il fuoco, amalgamare bene e coprire a contatto con la pellicola.

Una volta che tutto è freddo ho assemblato: ho versato la crema (quasi tutta) sulla torta, ho decorato con le fragole e i quadrotti di calotta.

E’ una torta decisamente migliorabile, però considerando che è stata pensata e realizzata (cupcakes+due torte) in un pomeriggio, allora forse non è così malvagia.

Ho deciso di usare gli spinaci perché gli ortaggi non sono esclusivamente salati, come i frutti non sono esclusivamente dolci.
Gli ortaggi dolci io li posso poco sopportare nelle preparazioni salate (carote, zucca) perché devo compensare con altri sapori forti (senape, succo di limone). E poi io odio il dolce nei salati.
Ma il salato nel dolce ha un suo perché. E poi questa torta non sa di spinacio.

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