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Zuppa di lenticchie rosse con pane speziato

Zuppa di lenticchie rosse con pane speziato

Zuppa di lenticchie rosse con pane speziato

Mi sento di continuare sull’onda del cibo indiano.
Me l’accollo. Non voglio altro.

Dunque, prima di mettere ordine tra i pensieri e piatti che ho mangiato a Londra, vorrei proporre un dal (zuppa) di lenticchie rosse. Nulla di più facile e immediato.
Se magari non la volete proprio immediata potete mettere le lenticchie rosse decorticate in ammollo per un paio d’ore. Io le copro appena d’acqua e lascio che reidratino. Questa operazione velocizzerà la cottura, di per sé già velocissima in confronto agli altri legumi.


Una volta pronti per la cena si mettono le lenticchie in pentola aglio, alloro e volendo del sale. Si porta tutto a bollore, si uniscono le spezie che si desiderano (è ottima anche al naturale), in questo caso io ho aggiunto cumino in polvere e curcuma in polvere. Come dosi, per 2/3 di tazza (ho le misure americane e mi ci trovo benissimo!!non le potrei mai abbandonare) di lenticchie rosse decorticate ho messo mezzo cucchiaino per ogni spezia e due spicchi d’aglio.
Una volta cotte le lenticchie cambiano colore 🙂 ma basta assaggiare per assicurarsene. A questo punto se si vuole si può frullare tutto col frullino a immersione (togliendo l’alloro), ma io non ho mai voglia di pulire ciò che sporco, quindi ho lasciato cuocere qualche minuto in più e ho schiacciato tutto con il dorso del cucchiaio (compresi gli spicchi d’aglio). Ovviamente il frullatore e l’elettricità permettono di avere un prodotto più omogeneo.
Ho aggiunto un filino d’olio direttamente nel piatto.

Questo piatto è già buono di suo, MA l’ho lasciato così poco speziato perché l’ho accompagnato con un chapati (pane) saporitissimo.
Capita, se mangi POCHERRIMO pane, di avere la pasta madre un po’ stanca. Ma visto che, tra le mie conoscenze, sono la spacciatrice numero uno, non posso lasciare morire le mie povere QUATTRO creaturine. QUATTRO.
E quindi, rinfrescando delle povere creaturine stanche, mi son trovata con un po’ di esuberi da smaltire. Ho mescolato questi esuberi (non troppo vecchi, altrimenti poi il chapati sa di acido. Una punta di acidino comunque a me non dispiace…) con acqua qb e farina qb. Io ho scelto semola rimacinata e farina integrale macinata a pietra (molto molto fine, anche se al tatto sembra segatura a grana fine). Ho unito le spezie (io ho usato aglio in polvere, peperoncino in polvere, senape in polvere, cumino in semi, curcuma, pepe nero. Non so le dosi, ho fatto tutto a occhio. Per dosare le spezie, se non siete pratici, magari meglio iniziare con dosi omeopatiche, oppure prediligerne solo una o due) sale e qualche cucchiaio di olio, ho mescolato e ho aggiustato l’idratazione dell’impasto. Ho ottenuto un bel panetto sodo che ho lasciato lievitare a temperatura ambiente per qualche ora.
Ho poi steso su un piano leggermente infarinato dei pezzetti di impasto, aiutandomi con un mattarello. Qui si può scegliere quanto stenderli sottili: uno spessore di circa 3 mm determina un chapati bello morbido, adattissimo per pulire i piatti a fine pasto 🙂 , altrimenti se si stende molto molto molto sottile il chapati in cottura farà tante bollicine ed una volta freddo sarà croccante.

Per la cottura ho usato un testo di terracotta. Fantastico materiale. Soluzione perfetta se dovete cuocerne tanti, mantiene molto bene il calore.
In caso vi avanzasse dell’impasto e siete già satolli di chapati e dal, si possono preparare dei grissini: basta stendere l’impasto sottile circa mezzo cm e poi tagliarlo a striscioline larghe circa 1 cm e mettere in forno finché non si dorano.

Nel frattempo mi godo i miei ruttini speziati, finché dura la passione per la cucina indiana, in attesa di altro.

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